sincronicità sistemica del ritmo e della pulsazione

Convegno Nazionale APID Napoli (21-23 marzo 2003)
“Sincronicità sistemica del Ritmo e della Pulsazione

“La danza del sé”
(articolo pubblicato su ARTI TERAPIE
 n°7/8 luglio agosto 2004)

R.Taddei (1), R.Carini,  M.Poletto(2)

(1)Psicoterapeuta, Psicoanalista, Formatore, Supervisore, Arteterapeuta, Sincroterapeuta, DMT APID
(2) Ass.Liberté ONLUS “Scuola C.R.E.S.C.O.”

 

Secondo la teoria generale dei sistemi ogni volta in cui un sistema viene portato lontano dal suo stato di equilibrio, per un input esterno o interno ad esso, si apre una fase caratterizzata da un periodo di riorganizzazione del sistema stesso. Per sistema si intende un insieme di unità legate tra loro da relazioni significative in continuo interscambio con l’ambiente. Nel gioco reciproco d’ interazione parte-tutto i cambiamenti della struttura globale comportano delle modificazioni nelle parti costituenti e le variazioni delle  singole unità influiscono sulla gestalt del sistema.
Da tali presupposti teorici si sviluppa negli anni ’50 a Palo Alto in California la psicologia sistemica, che in ambito clinico si traduce nella  terapia sistemico-relazionale.
Molti autori della scuola californiana hanno ampiamente dimostrato l’esistenza e l’importanza di un linguaggio non verbale, del metalinguaggio che costantemente accompagna e si sovrappone al linguaggio verbale ed hanno sostenuto che questo tipo di espressività è utile per comprendere la reale disposizione emotiva dell’Altro, poiché utilizza segnali che emergono dalla personalità dell’individuo traducendo in atto quanto il linguaggio numerico nasconde.
Partendo da tali premesse molti ricercatori hanno ampliato gli studi sul “movimento”, considerato come linguaggio analogico, che sfugge alle regole razionali e non censura emozioni e vissuti.
Nell’ottica sistemico-relazionale il sincroterapeuta è  dunque considerato un sistema che entra in contatto con un altro sistema (individuo, coppia, famiglia, gruppo), modificandolo mediante l’informazione introdotta. Il sincroterapeuta diventa un attore all’interno della “rappresentazione” sistemica, aiutando  i sottosistemi ad adattarsi reciprocamente,  per creare uno scambio flessibile tra autonomia e indipendenza e promuovere la crescita creativa del sistema “in movimento”.
Un sistema emotivo funziona per mezzo di un equilibrio delicatamente bilanciato in cui ciascuno dedica una certa quantità del suo essere e del suo sé al benessere degli altri. Le persone “differenziate” sono in grado di contenere il proprio funzionamento emotivo all’interno del sé , essendo libere di spaziare in qualsiasi sistema di relazione rispettando sia il sé che l’identità dell’altro. La differenziazione del sé nel sistema mediante la propria individuazione consente la flessibilità dei confini dell’io, necessaria per condividere le esperienze emotive, con la certezza di potersi svincolare da questo tipo di fusione per continuare la strada decisa autonomamente. Ogni individuo si può sentire libero di uscire dal sistema e ritornarvi, di separarsi ancora e di riunirsi, di “danzare” entro e oltre i confini con un ritmo sincronico di andata e ritorno.
Nella Sincroterapia® il terapeuta si pone nei confronti dell’ Altro col proprio corpo “agito”, abolendo la distanza tra i corpi, “muovendosi” sul piano transferale e reale. Il terapeuta può interagire con il mondo del paziente dopo essersi uniformato al suo movimento interiore: solo allora è possibile proporre delle varianti, entrando nel sistema e sbilanciandone l’equilibrio. Entrando in contatto con l’Altro il sincroterapeuta sistemico cerca di favorire la costruzione di un mondo di significati condivisibili, mediante uno stato di empatia corporea che stimoli un movimento creativo e sincronico dei sistemi danzanti.
L’armonia intra e intersistemica  può essere raggiunta ri-cercando la sincronicità dei ritmi fondamentali dell’Uomo: quello del Respiro e quello del Cuore. 
Per P. de Vera d’Aragona e F. Schott-Billman: “La Respirazione “marca” il tempo e “anima” tutti i movimenti che sono concretizzazione del respiro e con le sue variazioni di ritmo, profondità e durata, rivela i processi psichici profondi del soggetto. Il Ritmo del Respiro fa affacciare l’uomo sui ritmi del cosmo. Il Cuore col suo battito rimanda al “suono universale”, al centro ritmico pulsante della libido-sangue. Il corpo crea la musica: si può danzare anche senza musica percependo un’”onda in movimento” che è in rapporto con Respirazione e Battito Cardiaco.”
Ascoltare i diversi tipi di ritmo, lasciando che il corpo se ne permei, può modificare  le emozioni, permettendo al soggetto di percepire il proprio ritmo-suono interiore e di esprimerlo all’esterno.
Il ritmo è la base su cui si innesta la danza; in quanto contenitore ha una funzione rassicurante, permette di lasciarsi andare e di esprimere sollecitazioni inconsce. Si cerca la pulsazione cardiaca per trovare il radicamento e ci si abbandona al respiro,  nella ricerca del profondo. Tramite il ritmo si ha anche un’azione ristrutturante, di ricostituzione corporea, come luogo dove gli opposti si incontrano e il soggetto può  vivere, gestire istanze contrapposte, mediante l’alternanza di due significanti opposti, staccarsi dalla fusione e finalmente emergere come “persona”.
- Nella sessione video è stato presentato un filmato di DMT in acqua Sincroterapia®. Il lavoro terapeutico illustra la sincronicità del ritmo cuore/respiro e dei ritmi sistemici (individuale, duale, familiare, gruppale) su tempi diversi.
- L’esperienza di sincroterapia sistemica è stata vissuta a livello esperienziale dai partecipanti al workshop molti dei quali non avevano mai avuto esperienze di sincroterapia.
Per dare significato al ritmo sincronico si è deciso di prendere spunto dal panorama sociale scosso dal conflitto in Iraq danzando  ritmi di guerra e pace. Il lavoro di DMT ha avuto inizio con la creazione del cerchio attorno alle bandiere della Pace disposte a terra a formare una svastica   ascoltando la canzone “shalom”. Si è scelto di dissociare ritmicamente questo simbolo dal suo significato e di abbinarlo ad un contenuto di pace per offrire ai partecipanti la possibilità di re-interpretare la realtà, staccandosi dal valore storico negativo di dis-unione per giungere a quello cosmico ancestrale primario (sole) di circolarità.
Mantenendo il cerchio si è vissuto il rito del “Battesimo”, nel quale ogni componente ha avuto la possibilità di differenziarsi presentandosi con il proprio nome ed un gesto, che è stato ripetuto dal resto del gruppo. In tale modo si sperimenta tanto il vissuto di  appartenenza al sistema quanto il riconoscimento del proprio sé differenziato. In questo rito ritmico si esplicita  il valore transizionale del  “gesto ripetuto”: esso viene proposto dal singolo e ripreso dal gruppo che poi glielo rinvia. Contenendo tale gesto sia qualcosa di chi lo propone, sia qualcosa di chi lo riflette, contribuisce a stabilire e mantenere lo spazio intermedio tra i sistemi in movimento. A ciò è finalizzato anche l’uso del ritmo, che facilita una prima risonanza fra dentro e fuori, fra sé e Altro.
La fase successiva del workshop ha contemplato la ri-appropriazione  del sé nello spazio-tempo interpretando ritualmente pace e libertà, mediante una danza libera con la bandiera , basata sull’ascolto del proprio ritmo interiore. Nella sincroterapia sistemica è fondamentale la ricerca della sincronicità, raggiungibile ascoltando e danzando i ritmi interni ed esterni ai sistemi stessi. Per stimolare la sensibilità estero e propriocettiva  si è ricorso all’ausilio di strumenti intimamente collegati ai ritmi dell’uomo e degli elementi, quali le percussioni (cuore, terra) , gli strumenti a fiato (respiro, acqua), gli strumenti a corde (cuore/respiro, aria).
Dopo aver ri-trovato i propri ritmi ed averli danzati liberamente, ogni individuo  è stato invitato alla scoperta dei ritmi sistemici, in un movimento progressivo e sincronico che parte dal Sé, per passare all’Altro, fino a giungere al Gruppo. Nella progressione individuo → coppia → famiglia → gruppo ogni sistema ha sperimentato il ritmo  del Cuore e del Respiro, alla ricerca di quello intrasistemico distintivo. Nell’evoluzione della danza i respiri e le pulsazioni del singolo si sono armonizzate con quelle dell’Altro, fino al costituirsi di “famiglie danzanti”, i cui membri interagivano in un sincronismo ritmico.
Ri-creando uno spazio comune in cui muoversi insieme e abbandonandosi al ritmo cuore e respiro, il lavoro in gruppo ha stimolato la regressione. Il vissuto fusionale è   stato ricercato mediante una serie di esercizi, tra i quali il “la danza del respiro”, cioè la ricerca del ritmo respiro all’interno della dimensione gruppale. Si è realizzato sincronizzando i ritmi individuali in un ritmo sistemico attraverso l’oscillazione continua da e verso il centro del cerchio. L’allontanamento e il riavvicinamento progressivo, corrispondenti alle fasi di inspirazione-espirazione collettiva, hanno consentito al gruppo di trasformarsi in un unico organismo che si muoveva e respirava .
La dimensione gruppale è stata ulteriormente rinforzata mediante una serie di gesti simbolici che sono stati ripetuti fino a formare un “rito”, favorendo la condivisione dei vissuti. Tra gli esercizi compiuti, due si ispirano al lavoro di Laura Sheleen e France Schott Billmann: la “Rosa dei venti” nella quale i partecipanti si dirigono verso gli otto punti, effettuando un  solenne “andare e tornare” in ciascuno di essi, orientandosi e sincronizzando il tempo nello spazio e i “Quattro elementi” ,gesti differenziati  sui quattro piani:

  • TERRA, mantenendo la pulsazione del ritmo cuore con le gambe (EP), accompagnata da movimenti delle braccia  verso la madre terra;
  • ACQUA, ricercando il ritmo  respiro con oscillazioni e fluttuazioni dei  segmenti corporei;
  • FUOCO, sperimentando il vissuto di andare verso l’Altro con un ritmo cuore e contemporaneamente di abbandonarsi al ritmo respiro;
  • ARIA, eseguendo gesti verso l’alto su entrambi i ritmi.

Questo lavoro permette la sincronizzazione dei diversi elementi individuali e cosmici nel sistema.

L’incontro di sincroterapia sistemica è stato scandito dai ritmi cuore e respiro vissuti dai sistemi, che si sono trovati ad agire riti e miti in una danza di ruoli. L’individuo ha sperimentato così i passaggi dal suo essere nel tempo individuale, passando per quello di coppia e familiare, fino al suo essere nel tempo sociale. Ciò che è avvenuto è stata infatti la ristrutturazione del gesto personale in un ritmo rituale, che ha portato da un lato alla sperimentazione dei diversi ruoli che il sistema si trova a danzare nel suo tempo vitale e dall’altro alla condivisione sistemica dei vissuti.
Il modo in cui ciascuno si modifica nel tempo è strettamente dipendente dal grado di libertà che gli viene concesso dal mito familiare-sociale, la cui elaborazione si inserisce nella ricerca dell’ identità personale. Il tempo è quindi un parametro fondamentale per valutare il cambiamento, essendo la progressione evolutiva della famiglia ciò che scandisce i ritmi della terapia, in una danza di unione e separazione fra terapeuta e sistema.
La S.® sistemica ha consentito di sperimentare ritmi diversi, che nella loro alternanza sono sfociati nel gioco, ridando un tempo evolutivo al sistema.
Il sincroterapeuta ha infatti proposto improvvise variazioni e inversioni ritmiche, passando, per esempio, da movimenti in coppia molto veloci a ritmi respiro lenti, oppure da un ritmo respiro di gruppo estremamente rallentato ad un frenetico movimento delle gambe e di tutto il corpo, fino ad arrivare al  caos primordiale. Il passaggio dalle parole all’azione ha operato nel senso di un cambiamento percettivo, aggirando modalità difensive quotidiane e portando alla luce emozioni prima represse. Si è ricercato, col sistema, gesti e movimenti per dare unità, armonia e sincronia all’esperienza ritmica. La possibilità di agire sui ritmi si sperimenta facilmente a livello muscolare, dove il soggetto ri-scrive gli stimoli per poterli poi rivivere esperienzialmente come cambiamenti corporei, che costituiscono la base dei vissuti soggettivi. Ogni muscolo si contrae e de-contrae secondo un tempo ritmico ed è dunque nel movimento stesso che otteniamo la sincronicità sistemica dei ritmi cuore e respiro.     
Proprio abbandonandosi alla danza del Sé si è arrivati ad esperire che il ritmo del proprio tempo è il tempo senza tempo.

 

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